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agli incroci dei venti |
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Dalla Riforma:
diario del primo giorno
Oggi si è inaugurato
ufficialmente il nuovo Anno Informativo. Tutto è stato predisposto con
cura al Grand Hotel de la Reforme: così il nostro DS e l’intero
Consiglio di Amministrazione hanno voluto che si chiamasse la ormai
obsoleta Istituzione Scolastica, intitolata un tempo ad un benemerito
scienziato, umanista e filantropo della nostra cittadina. “Dobbiamo dare
un taglio netto al passato, un segnale di questi tempi nuovissimi e di
fortissima innovazione.” Così ha tuonato, dall’alto della sua tribuna,
il nostro Dirigente, anche lui nuovissimo, abbracciando con un’ampia
panoramica dello sguardo l’intera assemblea e spandendo su tutti noi un
eloquio infarcito di superlativi. Oggi ognuno si è presentato vestito
come di consueto, camicie sportive a maniche corte, viste le temperature
piuttosto estive, colli ampiamente sbottonati, pantaloni leggeri fuori
ordinanza e gonne – rarissime – ancora profumate di salsedine o di prati
alpini. Da domani, ha detto il DS, si cambia musica: ognuno dovrà
dotarsi della propria divisa di ordinanza. I diretti collaboratori del
DS dovranno vestire in nero, le donne in tallieur, gli uomini con la
cravatta con i colori della scuola, pardon: Grand Hotel – gentile
omaggio del DS stesso. Poi verranno i coordinatori dei corsi di
specializzazione, in abito grigio fumo: potranno indossare, massima
concessione alla libertà, un papillon, purché intonato all’abito e
sottoposto alla preventiva approvazione del DS. Quindi i tutor, in
completo blu, con camicia anch’essa sui toni dell’azzurro e cravatta
colorata, ma non sgargiante: assolutamente da evitare il rosso, colore
innominabile. Bene l’azzurro e il blu nelle varie tonalità e,
naturalmente, il bianco. Poi, gli insegnanti anziani, ai quali, in virtù
dell’età avanzata e delle difficoltà respiratorie manifestate da molti
di loro alla prova cravatta, è stato concesso di presentarsi con il
collo della camicia aperto, ma solo per il primo bottone. Sotto,
comunque, dovranno indossare, una t-shirt color acquamarina o, per chi
ama un tocco di raffinatezza, un foulard di seta. L’abito dovrà essere
un doppio petto blu. Questa situazione potrà durare solo per il periodo
di previsto caldo, fino al 4 novembre, data nella quale entrerà in
vigore la divisa invernale, simile a quella estiva, ma più pesante. Per
gli insegnanti giovani e non ancora in ruolo è stata prevista una certa
libertà, in virtù del fatto che pochi di essi sono veramente in grado di
permettersi abiti così costosi. Quindi camicie e camicette, purché
sobrie, e pantaloni o gonne, in tinta unita, nei colori blu o neri, a
seconda dei sessi. Questo ha scritto nel Regolamento del “de la Reforme”
il Consiglio di Amministrazione, regole da rispettare, pena la messa in
mobilità o l’esclusione dal “servizio ai tavoli”. I pochi temerari, che
hanno osato sollevare obiezioni e rimostranze, sono già stati
allontanati o, quando ciò non è stato possibile, a causa della eccessiva
indulgenza delle norme vigenti e delle fastidiosissime ingerenze dei
sindacati, spediti in archivio o nel retrobottega. “Comunque - ha
tuonato il DS - lontani dalla mia vista e da quella dei clienti!”
Intanto, per dare il buon esempio, il DS ha reso noto che l’acronimo,
d’ora in poi, starà per “Direttore di Sala” e che il suo compito
“precipuo” – lui è DS appunto per questo, per la copiosità del suo
vocabolario – dicevamo, compito “precipuo”, sarà quello
dell’Accoglienza. E, così dicendo, ha ingiunto al personale non docente
di spostare l’enorme scrivania – bancone reception, che stava
inizialmente nel suo ufficio, per collocarla, unitamente all’altrettanto
enorme scaffalatura che le fa da quinta, al centro dell’atrio
dell’Istituto, pardon: Grand Hotel. Qui, al termine delle operazioni di
trasloco, si è installato armi e bagagli, in attesa dell’arrivo dei
primi ospiti. Alle sue spalle, allineate in bell’ordine, le chiavi
elettroniche delle aule speciali, dei laboratori e della palestra.
Queste verranno distribuite, dietro richiesta, ai fortunati clienti in
grado di esibire le apposite card ricaricabili, che permettono loro di
usufruire dell’intera gamma di servizi. I restanti, appartenenti alla
fascia dei “non abbienti”, potranno stazionare sui divani,
opportunamente collocati nella reception e nelle salette immediatamente
adiacenti, dove potranno consultare riviste di informazione generale, ma
non avvalersi del servizio di tutoraggio e consulenza del personale di
sala, meglio noto un tempo come “personale docente”. Un gruppo altamente
selezionato di questo personale verrà adibito, poi, al compito più
qualificato, e, naturalmente, più remunerato, di “servizio ai tavoli”.
Questa attività rappresenta, ovviamente, la più ambita e quella verso la
quale si rivolgono le massime aspirazioni di tutti, anche se la
selezione per accedervi è durissima: solo il venti per cento del
personale in servizio è stato abilitato, dopo un estenuante corso
preparatorio e una altrettanto dura preventiva selezione, ad effettuare
tale servizio. Il lavoro ai tavoli consiste nel soddisfare le richieste
dei vari clienti che, una volta fatti accomodare, possono consultare un
apposito menu, rinnovato con frequenza settimanale, che sostituisce gli
ormai obsoleti e ingombranti “piani di studio” e programmi disciplinari.
Ciascun addetto al servizio di sala passerà tra i tavoli a prendere le
ordinazioni e consigliare i clienti sulle varie opzioni offerte dal
menu. Tra le diverse possibilità, particolarmente interessante si
presenta un menu “Degustazione”, che propone un assaggio delle varie
specialità della casa, scelte tra i piatti di minore contenuto
concettuale e di più facile digeribilità. Compito del personale di sala
è quello di suggerire accostamenti per clienti particolarmente difficili
da accontentare, proporre soluzioni alternative a quello che propone il
menu, in definitiva organizzare quelli che con linguaggio
vetero-burocratico venivano definiti “piani di studio personalizzati”.
Ogni cliente verrà dotato di un’apposita tessera, sulla quale verranno
attaccati bollini premio, chiamati in gergo “crediti formativi”, in base
al numero e alla qualità delle ordinazioni effettuate da ciascun
cliente, nonché alla conclamata capacità di ingurgitarli e digerirli.
Per i cibi più ardui è prevista una dotazione di “digestivi”, noti
nell’ambiente anche come IDEI, che ogni addetto ai tavoli è tenuto ad
offrire, per evitare che il cliente avverta sensi di nausea o fastidi
nel corso della degustazione del menu. Le tessere, che presto verranno
sostituite da più maneggevoli carte di credito scolastico magnetiche,
varranno a tutti gli effetti come certificazione intermedia e finale.
Queste le ultime disposizioni impartite dal DS, prima di dare inizio
all’apertura dei locali. Mancano ormai pochi minuti: ciascuno di noi, ad
un segnale prestabilito – quella che un tempo si sarebbe chiamata “la
prima campanella” - va a prendere posizione, in base alle istruzioni
ricevute e all’incarico assegnato. Ecco: i primi clienti, alcuni
dall’aria smarrita, altri sereni e baldanzosi, stanno per fare ingresso
nell’atrio della reception. Buona permanenza, signori, e buon appetito!
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agli incroci dei venti, 12 dicembre 2005 |