|
L’inquietudine
dell’impotenza
di
Laura Montanari
Questa sera ho la casa
morbida attorno, confortevole come una coperta di buona lana. Sono sazia
del medio benessere che mi posso concedere. Lucidamente consapevole
della serenità in cui al momento mi annido.
Ma non riesco a dimenticare la sofferenza che ho raccolto oggi
pomeriggio, nelle tre ore di volontariato al “Punto d’ascolto”. Sono
ancora là, con la mente, il cuore, i sensi.
E di là mi sono portata a casa l’inquietudine dell’impotenza.
La saletta è gravida di silenzio e di odori. Di vino, di corpi non
freschi di doccia, di panni irrigiditi addosso. Gli occhi raccontano la
disperazione che non dicono.
Aspettano seduti il turno, per l’appuntamento dell’ascolto, ma
vorrebbero riscuotere al tavolo il contratto di lavoro, l’assegnazione
della casa, la prescrizione per la buona salute…
Abbassano lo sguardo, chi per umiltà, chi per orgoglio. E spiegano, e
chiedono, con la loro lingua che incespica nella nostra.
Si apre il ventaglio delle miserie umane e nella saletta trascorrono
folate di freddo.
C’è un marito che muore di cancro alla testa, nella famiglia che viveva
di lui.
Un giovane disoccupato da quattro mesi che dorme all’aperto, nonostante
la multa di sette euro e mezzo di due notti fa.
Un uomo che non si è sfamato con la sportina-regalo della settimana
scorsa e vorrebbe una strenna bis.
Una giovane donna che ha la fortuna di aver trovato casa, ma la sfortuna
di doverlo arredare senza soldi.
Un uomo calabrese che mostra le sue mani da lavoro, che non ha voluto
mettere a servizio dell’andrangheta.
Un vecchio della città che non si rassegna all’umiliazione di venire a
chiedere indumenti…
Chi è all’ascolto…ascolta, annota, incoraggia, informa.
Dà la sportina-regalo con venti euro di viveri, un giocattolino ripulito
per il figlio o il nipote, il biglietto per l’assegnazione di indumenti,
un mazzetto di indirizzi utili.
E offre un po’ del suo cuore, che se ne va con loro. Resta l’amarezza di
aver fatto tanto, per dare poco o nulla…
E’ Martedì 20 dicembre. Il Natale 2005 alle porte. A Ravenna, salita
al quarto posto per “qualità della vita” nella classifica nazionale di
Sole 24 Ore.
|
|