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vicino…
di
Alessandra Ruberti - Coalit
“Terroristi in nome di
Dio” è il titolo italiano del più incisivo “Terror in the Mind of God.
The Global Rise of Religion Violence”, scritto nel 2000 e aggiornato
dopo l’11 settembre da Mark Juergensmeyer, direttore del Dipartimento di
Studi globali e internazionali dell’Università della California.
E’ un viaggio attraverso i meccanismi storici, sociali e mentali di
coloro che accettano di uccidere ed essere uccisi per un dio, per
realizzare un progetto religioso, per combattere i nemici di quel
progetto. Si va dai movimenti antiabortisti americani alle milizie
razziste e paramilitari (interessante la parte in cui si parla della
Christian Identity, vero humus dell’estremismo cristiano americano);
dalla Sion tradita, con tutto ciò che ha ruotato attorno all’assassinio
di Yitzhak Rabin, all’attentato alla Tomba dei Patriarchi; dal “dovere
trascurato dell’Islam” con l’attentato al World Trade Center del 1993
alle missioni suicide di Hamas; dalla “Spada dei Sikh, con uno sguardo
sul poco conosciuto subcontinente indiano, all’”Armageddon nella
metropolitana di Tokyo” ad opera della setta dell’Aum Shinrikyo.
La varietà geografica della violenza perpetrata in nome della religione
indica come il fenomeno sia “globale”. Juergensmeyer mostra come la rete
che lega il terrorismo religioso sia intricata e legata a doppio filo al
suo nemico. Dimostrazione ne è il fatto che la fine della Guerra fredda
e la dissoluzione dell’URSS hanno portato un vuoto di valori ideologici
di riferimento negli Stati occidentali, mentre hanno fatto il gioco di
tutti coloro che volevano il ritorno della religione e dei suoi principi
al centro della vita politica. In altre parole, lo Stato laico
vittorioso dal Settecento, alla soglia del Terzo millennio, deve
fronteggiare il ritorno dello Stato religioso.
Per uscire da questo vicolo cieco, Juergensmeyer propone una strada su
tutte: <<una moderazione nella passione religiosa e un riconoscimento
del ruolo della religione nell’elevazione dei valori morali e spirituali
della vita pubblica>>.
In termini forse più laici, vi si può leggere l’auspicio di un ritorno
ad una politica etica, vera sfida del nostro tempo.
Mark Juergensmeyer
Terroristi
in nome di Dio
Laterza, 2003.
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