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Gli inganni dell'America
di Al
Cunningham
traduzione di Arianna Ballotta
Gli Stati Uniti hanno alle spalle una lunga
storia di inganni. Hanno falsificato prove per giustificare le loro avventure in terra
straniera. E continuano a farlo.
Una caratteristica delle operazioni segrete americane in America latina dopo la seconda
guerra mondiale fu, appunto, quella delle prove inventate. Nel 1954, ad esempio, tali
"prove" furono indispensabili per il rovesciamento del Governo Arbenz in
Guatemala. Arbenz, che era sospettato di avere tendenze comuniste, aveva chiesto che la
United Fruit Company si conformasse alle leggi guatemalteche. A qualcuno la cosa non
piacque. Dietro istruzioni dell'allora Presidente statunitense Dwight D. Eisenhower, la
CIA organizzò ed armò un piccolo esercito di guatemaltechi scontenti che vivevano in
Nicaragua i quali invasero il loro stesso Paese. Per giustificare l'invasione,
all'opinione pubblica fu detto che era stato scoperto un nascondiglio di armi di
produzione sovietica nella costa atlantica del Nicaragua. Washington disse che le armi,
appartenevano ad Arbenz, il quale "si stava organizzando per rovesciare il Governo
del Nicaragua". Le armi erano state messe in quel nascondiglio dalla CIA.
Uno degli utilizzi più famosi ed imbarazzanti di prove fasulle fu quello relativo al
fallito attacco alla Baia dei Porci a Cuba nel 1961, quando i bombardieri B26 della
Alabama National Guard attaccarono una base aerea cubana alla Avana. Quando l'ambasciatore
cubano negli USA protestò, l'ambasciatore americano Adlai Stevenson (cui la Casa Bianca
aveva fornito informazioni false) insistette nel dire che gli aerei che avevano attaccato
la base erano cubani e pilotati da disertori dell'Aeronautica Militare cubana. Due aerei
furono abbattuti a Cuba e gli altri atterrarono a Miami, dove vennero esaminati. Quando fu
chiaro che gli aerei non erano cubani, si rivelò la mano di Washington e Stevenson
espresse il suo profondo sdegno.
Anche la guerra in Vietnam è piena di esempi di falsificazione di prove e/o false
dichiarazioni da parte dell'intelligence al fine di giustificare la politica e le azioni
del Governo statunitense. Il caso più famoso, ovviamente, è quello del noto
"incidente del Golfo del Tonchino", in realtà mai verificatosi, ma utilizzato
dall'allora Presidente Lyndon Johnson per costringere il Congresso a dargli carta bianca
affinché si potesse procedere con la guerra. Agli analisti della CIA fu proibito di
rivelare nei loro rapporti giornalieri cosa era realmente accaduto (e non accaduto) nel
Golfo del Tonchino, in quanto il Presidente aveva comunque già deciso di utilizzare il
non incidente per giustificare l'attacco.
[
]
Con William Casey alla guida della CIA durante l'Amministrazione Reagan la falsificazione
di prove al fine di dimostrare che Governi oppositori del Centro America erano
sponsorizzati dall'ex Unione Sovietica raggiunse il culmine. Ecco alcuni esempi:
1) nel gennaio del 1981 furono scoperte su una spiaggia salvadoregna 4
canoe ricavate da tronchi d'albero. Gli Stati Uniti dissero che le canoe erano state
utilizzate per trasportare 100 guerriglieri sandinisti dal Nicaragua al Salvador per dare
appoggio ai rivoltosi di sinistra. Non vennero mai trovate armi né prove che in effetti
persone provenienti dal Nicaragua avevano viaggiato su quelle canoe, ma Washington
sottolineò il fatto che i tronchi utilizzati per le canoe non erano di alberi originari
del Salvador;
2) nel febbraio del 1981 il Dipartimento di Stato emise un documento
sensazionale che si basava su documenti dei ribelli salvadoregni. Autorizzato da John
Glassman, un giovanotto desideroso di fare carriera, il documento forniva le "prove
inconfutabili" dei legami esistenti fra i rivoltosi, il Nicaragua, Cuba e l'ex Unione
Sovietica. Sfortunatamente per Glassman e l'Amministrazione Reagan, il giornalista del
Wall Street Journal, Jonathan Kwitny, riuscì ad entrare in possesso degli stessi
documenti e scoprì che ben poco riportavano di quanto scritto nel documento di Glassman.
Glassman ammise poi di aver inventato citazioni ed aver fornito dati non veritieri in
relazione alle armi che l'Unione Sovietica avrebbe fornito ai ribelli salvadoregni;
3) e che dire dell'affare Barry Seal, una complicata operazione ideata
allo scopo di incriminare il Governo sandinista del Nicaragua per traffico internazionale
di droga? L'operazione ebbe inizio nel 1982, quando il direttore della CIA Casey creò,
nell'ambito dell'intelligence, la posizione di "agente nazionale antidroga"
(NIO). L'uomo scelto da Casey per l'incarico non perse tempo e disse ai rappresentanti di
altre agenzie che era necessario dare assoluta priorità al ritrovamento di prove che
mettessero in relazione Castro e i sandinisti con il nascente traffico di cocaina. Agenti
della DEA e della Guardia Costiera protestarono sostenendo che ciò sarebbe stato
controproducente, in quanto Cuba era il Paese nell'area caraibica che maggiormente
collaborava alla lotta alla droga e che non c'erano prove che il Governo del Nicaragua
avesse un ruolo significativo [nel commercio di droga]. "Non importa", disse il
NIO. Ciò che importava era incastrare i nemici. Nel 1986 Barry Seal, un ex pilota della
TWA che si era occupato dell'addestramento di piloti nicaraguensi agli inizi degli anni
'80, rischiava una lunga condanna federale per traffico di droga in Florida. Decise quindi
di fare una proposta al Consiglio di Sicurezza Nazionale: avrebbe pilotato il suo aereo in
Colombia, caricato cocaina, finto un atterraggio di emergenza in Nicaragua e organizzato
le cose in modo da far sembrare che i sandinisti fossero coinvolti nel traffico di droga.
In cambio, Seal voleva che si risolvesse la sua questione legale. La Casa Bianca di Reagan
accolse l'offerta con gioia. L'aereo fu dotato di telecamere nascoste presso la base aerea
Wright-Patterson. Le telecamere avrebbero ripreso funzionari nicaraguensi mentre aiutavano
Seal con i pacchi contenenti cocaina. L'operazione andò come previsto. Seal volò prima
in Colombia e poi atterrò in un aeroporto commerciale nicaraguense, dove fu aiutato a
scaricare e poi a ricaricare i pacchi. Chi l'aiutò fu debitamente fotografato, anche se
non troppo bene, in quanto le telecamere risultarono essere difettose. Comunque, per
quanto sgranate, Seal consegnò le riprese alla Casa Bianca e un trionfante Ronald Reagan
si presentò in TV dicendo che i sandinisti non soltanto erano comunisti, ma erano anche
criminali responsabili di creare dipendenza dalla droga fra i giovani americani. Anche
questa volta, però, il giornalista del Wall Street Journal, Jonathan Kwitny, decise di
rovinare la festa e rese nota la storiella inventata. [
] Seal pagò con la vita. I
suoi fornitori di droga colombiani non furono affatto contenti quando la Casa Bianca disse
che era un agente americano sotto copertura. Mentre era in attesa di processo in Louisiana
per altri reati di droga, gli venne teso un agguato e fu ucciso da 4 uomini armati di
pistola che riempirono il suo corpo con 140 proiettili.
Prove fasulle vennero utilizzate anche quando, nel 1991, l'ex Presidente Bush (padre)
cercò di ottenere l'approvazione del Congresso e delle Nazioni Unite per la Guerra del
Golfo. Pochi avranno dimenticato la straziante testimonianza al cospetto del Comitato
Congressuale della quindicenne kuwaitiana chiamata Nayirah il 10 ottobre 1990. Nessuno fra
i membri del Congresso e i giornalisti si prese la briga di verificare l'identità della
ragazzina, la quale aveva detto di essere fuggita dal Kuwait, ma risultò in seguito
essere invece la figlia dell'ambasciatore del Kuwait a Washington. [
] Anche in
questo caso la storiella ebbe successo e il 12 gennaio 1991 il Congresso autorizzò l'uso
della forza contro l'Iraq. La vera identità di Nayirah si scoprirà solo 2 anni dopo.
[
] Particolare interessante: la signora Victoria Clarke, che si occupò di costruire
le prove mettendo insieme 7 testimoni che, utilizzando nomi fasulli, testimoniarono sulle
atrocità commesse in Iraq, [
] ricopre ora la carica di Assistente al Segretario
della Difesa per gli Affari Pubblici. [
] Le prove falsificate per ottenere l'OK del
Congresso per la risoluzione del 1991 furono abbondanti. La Casa Bianca sostenne di essere
in possesso di immagini satellitari che mostravano truppe e carri armati iracheni al
confine fra Kuwait ed Arabia Saudita, facendo credere che fosse imminente un'invasione in
territorio saudita. Questo spinse l'Arabia Saudita ad accettare di collaborare pienamente
con le forze militari statunitensi. [
] Quando, in seguito, venne chiesto al
Pentagono di mostrare le prove di quanto sostenuto dal Presidente Bush, il Pentagono
rifiutò - e continua tuttora a rifiutare - di mostrare tali fotografie. Altre immagini
satellitari riprese a scopi commerciali non mostrarono alcuna presenza di tali truppe e
carri armati. [
] Anche in questo caso fu un giornalista a scoprire l'inganno.
E ora, si è scoperto che George W. Bush e la sua Amministrazione hanno mentito in merito
alle armi di distruzione di massa di cui Saddam Hussein sarebbe stato in possesso
Al Cunningham
Box E-22600
San Quentin, CA 94974
USA |
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