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A teatro, per amore, "Dinieghi" è
un'esperienza di teatro - reportage unica nel suo genere, che unisce lo spettacolo
teatrale all'inchiesta giornalistica. Lo spettacolo è una delle principali iniziative
della campagna Diritto d'Asilo: una questione di di civiltà che vede unite le
organizzazioni umanitarie Medici Senza Frontiere (MSF), Amnesty International e Consorzio
Italiano di Solidarietà (ICS) nel chiedere al Parlamento italiano l'approvazione di una
legge organica sul diritto d'asilo.
"Hanno fatto viaggi lunghi, pericolosi, con la speranza di un futuro migliore.
Hanno lasciato tutto: la casa, il lavoro, il loro ambiente naturale, i loro amici, la loro
vita in famiglia...
Sono partiti da Afganistan, Iraq, Turchia, Nigeria, Congo
e sono arrivati in Italia.
Hanno vissuti di guerra, di oppressione, di paura; una paura continua di dire qualcosa di
sbagliato alla persona sbagliata, di finire (per molti, un'altra volta) in prigione, di
morire sotto le bombe, di sparire in misteriose stazioni di polizia
Una commissione
deciderà sul loro futuro
"
Così comincia "Dinieghi", lo spettacolo teatrale che nasce dalle esperienze di
vita dei richiedenti asilo o rifugiati che vivono in Italia e che il Teatro di Nascosto -
Hidden Theatre di Volterra ha messo in scena nel corso del 2003 in tutta Italia. La scena
della rappresentazione si svolge durante l'audizione dei richiedenti asilo di fronte alla
Commissione che è deputata a valutare, sulla base delle loro testimonianze e dei
documenti che riescono a fornire, le domande di asilo dei richiedenti.
La regia è di Annet Henneman, storica regista olandese dello Hidden, con l'assistenza di
Gianni Calastri, gli attori sono tutti cittadini stranieri, la produzione è dell'
Accademia di Teatro Reportage per Rifugiati e Richiedenti Asilo del Teatro di Nascosto -
Hidden Theatre.
Lo spettacolo nasce nel settembre 1998, allorché il gruppo ha avviato il suo progetto di
Teatro Reportage, che ha avuto come primo soggetto il popolo kurdo.
L'Accademia di Teatro Reportage è un laboratorio ed allo stesso tempo un'esperienza di
convivenza tra rifugiati provenienti da tutto il mondo.
"Sono in un paese libero adesso, ma non riesco a scordare.
Quel giorno mi hanno appesa alle mani. Sembrava facile sostenere quella posizione perchè
le punte dei miei piedi toccavano per terra. Ero nel buio completo. Il dolore nelle mani
diventava insostenibile.
Credevo che tutti si erano dimenticati di me.
Non capivo se fosse giorno o notte.
Perdevo il controllo su di me, mi sentivo urlare, mi sentivo discutere e sapevo che ero
impazzita"
"Ricordo come era il mio villaggio. Ero bambino, giocavamo con gli aquiloni, le
pietrine, quello che c'era.
C'era tutta la mia famiglia, il nonno, le zie, gli zii...Poi ci sono stati spari, case
bruciate ed io ho chiesto alla mamma: mamma perché c'è la guerra?
Con quei pochi oggetti che siamo riusciti a salvare ci siamo messi in cammino verso la
grande città dove non c'era la guerra, me l'aveva garantito la mamma"
Lo spettacolo ci ricorda quelle stesse ombre delle quali parlava nel 1999, accettando il
Premio Nobel per la pace, Dr James Orbinski, Presidente del Consiglio Internazionale di
MSF:" Permettetemi di dire subito che lo straordinario riconoscimento che il Comitato
per il Nobel ha attribuito a Médecins Sans Frontières è tale che lo accettiamo con
sincera gratitudine. Ma anche con profondo sconforto nel sapere che la dignità degli
esclusi viene quotidianamente mortificata. Si tratta delle popolazioni in pericolo
dimenticate, come i bambini di strada che lottano per guadagnarsi la sopravvivenza ora per
ora, e vivono dello scarto di coloro che sono "inclusi" nell'ordine sociale ed
economico. Si tratta anche dei rifugiati illegali di cui ci occupiamo in Europa, a cui è
negato ogni status politico e che non cercano cure mediche per paura di essere
espulsi......"
In quegli stessi giorni, lontano dalla pacifica Norvegia del Nobel, l'esercito russo
bombardava impunemente la città di Grozny e i civili ceceni. Trascorsi quattro anni
ancora oggi sono violati costantemente tanto i diritti di quel popolo quanto quelli dei
profughi nel mondo e in Italia.[MDT]
Fonti: MSF - Medici Senza
Frontiere
Pubblicato da Unimondo |
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