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Continuano le
violazioni della democrazia in Turchia:
sotto custodia i partecipanti al Festival culturale kurdo di Germania.
La democrazia, i diritti umani e la libertà di pensiero
continuano ad essere proibiti in Turchia.
I presidenti dei due principali partiti filo-kurdi di Turchia sono stati posti sotto
custodia dalla polizia per aver preso parte al Festival Kurdo che si è tenuto il 13
settembre scorso in Germania, con la partecipazione di circa centomila persone.
Tuncer Bakirhan presidente di DEHAP, successore di HADEP, che alle scorse elezioni ha
preso circa due milioni di voti, senza avere rappresentanti in Parlamento a causa delle
leggi elettorali anti-democratiche, appartenente alla storia dei partiti kurdi come il DEP
di Leyla Zana e dei suoi compagni, da nove anni in prigione. Insieme a lui, si trova in
stato di fermo anche Ahmet Turan Demir, a capo del nuovo nato Ozgur Toplum Parti (Partito
per la libertà sociale). Con loro, fra i quindici fermati complessivamente, ci sono
alcuni artisti, fra questi il cantante turco: Haluk Levent e i suoi due chitarristi. La
storia si ripete, ma niente è ancora cambiato in Turchia.
Ricordiamo che il Festival per la libertà e la pace in Kurdistan e per un Medioriente
democratico, al quale, fino ad oggi, ogni anno, migliaia di persone hanno partecipato, è
un evento pubblico di forte richiamo fra i kurdi dEuropa, ma la posizione delle
autorità turche è di opposizione a tali eventi, come ulteriore prova che, la mentalità
turca di distruzione ed eliminazione del movimento kurdo e di ogni forma di democrazia
avanzata dalle opposizioni, ancora si impone brutalmente.
Chiamiamo lopinione pubblica e le organizzazioni della società civile italiana a
sostenerci nella lotta per i diritti umani e la democrazia, visto che niente sta cambiando
e lopinione pubblica e i democratici di Turchia si battono contro ogni violazione
per ottenere libertà e diritti, altrimenti negati e continuamente disattesi.
Tuncer Bakirhan e Ahmet Turan Demir, sono i rappresentanti legali dei kurdi, lavorano
soltanto per la pace e la democrazia in Turchia, è volontà e determinazione delle
autorità turche, non permettergli di battersi per la lotta democratica e per i diritti.
È nellinteresse del Parlamento europeo e italiano protestare contro ciò presso il
governo turco e le sue rappresentanze diplomatiche di Roma e Bruxelles. Non è questa la
Turchia che può entrare in Europa. Sono, invece, queste le prove che le riforme
democratiche in Turchia sono soltanto fumo negli occhi.
Roma, 22 settembre 2003
Ufficio dInformazione del Kurdistan in Italia
Via Quintino Sella 41, 00187 Roma
Tel. 0642013576 Fax. 0642013799 Email: uiki.onlus@tin.it
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