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"Ansaldo ha letto il suo libro e lo ha
trovato bellissimo. Io sono dello stesso parere e farò il possibile per farlo leggere e
recensire favorevolmente dai nostri amici-cretini-critici ".
Così, Leo Longanesi editore di "Tempo di uccidere" scriveva a Ennio Flaiano,
l'autore, nel 1947.
Tanto cretini i critici non devono esser stati se il libro di Flaiano, non solo vinse
immediatamente il premio Strega, ma non ha mai cessato d'avere stampa favorevole.
Oggi, come tante cose di ieri, sembra dimenticato. Bisogna invece ricordarlo e leggerlo,
non solo per il suo valore letterario notevolissimo, ma per il suo contenuto.
Il titolo è tratto dalla Bibbia - Ecclesiaste cap.III v.3 - 'Tempo dì uccidere, tempo di
sanare, tempo di abbattere, tempo di costruire'. Indica la vanità degli sforzi degli
uomini per modificare l'ineluttabilità degli avvenimenti. Flaiano racconta, in forma
allegorica e perfino surreale, delle crudeltà e delle tristezze della guerra in Africa.
Nella sostanza, però, la tesi del libro è profondamente morale e comunica la necessità
del senso di colpa, anche nelle azioni più bestialmente inutili dell'uomo.
Inevitabili forse, i comportamenti umani devono essere affrontati comunque, in una
speranza di miglioramento mai del tutto perduta.
Ennio Flaiano
Tempo di Uccidere
Longanesi - Milano.
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