al servizio di newsletter |
Pagina in collaborazione con la
Coalizione italiana contro la pena di morte
|
Sono rinati i diritti umani, ma il mondo ha visto una guerra unilaterale di Alessandra Ruberti
|
|
|
Fino a poco tempo fa la politica internazionale parlava della essenzialità del rispetto dei diritti umani nei rapporti tra Stati per una pacifica e civile convivenza. Gli Stati che non presentavano un adeguato livello di tutela dei diritti delluomo avrebbero dovuto presto uniformarsi agli standard del mondo occidentale, pena la rinuncia agli aiuti economici. Lultimo in ordine di tempo è stato lUzbekistan, al quale la Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo ha negato la concessione dei prestiti promessi qualora il paese non si uniformi maggiormente ai paesi europei. Da ricordare che la prossima riunione della Banca europea dovrebbe svolgersi in maggio proprio nella capitale uzbeka. Sembrava quindi acquisito una volta per tutte il doppio filo che legava diritti umani e politica/economia/diplomazia. Poi l11 settembre 2001ha dato un forte scossone a tutto ciò: rispondendo allattacco terroristico, gli Stati Uniti si sono sentiti quasi autorizzati a non rispettare gli standard minimi di tutela dei diritti umani fino a quando lUnione europea, con la Germania in testa, ha alzato la voce, esortando i cugini americani a non scendere al livello dei criminali che li avevano colpiti. Gli Stati Uniti si sono sorpresi non poco di questa alzata di testa degli europei, ma si sono adeguati, seppure con fastidio, accusandoci di ingratitudine, visto come erano andate le cose dopo la Seconda Guerra mondiale. LOccidente non ha però retto altrettanto bene alla Seconda Guerra del Golfo. Innanzi allattacco degli USA allIRAQ, lEuropa politica si è spaccata, parlando con più voci. La Gran Bretagna ha ribadito la sua autonomia allinterno dellUnione europea, anche se era un comportamento atteso da tutti, nonostante il premier laburista. Di contro, la Francia, nonostante un governo non propriamente di sinistra, ha tuonato ripetutamente contro la decisione degli USA di attaccare unilateralmente lIRAQ e, con la Germania, ha creato una situazione di stallo presso il Consiglio di Sicurezza dellONU. LEuropa sociale si è unita a tante altre masse di pacifisti sparse nel mondo, evidenziando la mancanza di qualsiasi referente politico allinterno dei propri paesi: i pacifisti si sono sentiti senza alleati politici veri, anche se forse non ne avevano bisogno. Si è detto che la vera vittima della guerra sia stato lONU, ma qualcuno ha risposto che invece ha vinto lONU, non permettendo che questa guerra fosse fatta in suo nome: rimane il fatto che si cercano segnali di attività ora proprio dal Palazzo di Vetro. La Seconda Guerra del Golfo ha sconfitto tutti, con i suoi morti a migliaia, con i suoi politici sconfessati dallopinione pubblica, con la sua opinione pubblica senza peso politico. Ora sarà doveroso ricucire lo strappo tra mondo politico e mondo sociale, affinché i temi della solidarietà globale entrino finalmente nei palazzi del potere. Ci attende una nuova battaglia, o forse è la stessa che cambia forma: la lotta per un vivere rispettoso dellessere umano. |