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Dopo la trovata, davvero esotica, di
realizzare uno Zoo Safari in cima all'Aspromonte, con leoni, scimmie ed elefanti
(purtroppo, morti tutti assiderati), la Calabria, "regione sempre
all'avanguardia in merito alle innovazioni", ci riprova con un'altra idea (in
apparenza) estremamente democratica: far decidere direttamente ai cittadini di Reggio
Calabria se sia giusto o meno, clonare i famosi, Guerrieri di Riace, che in questa
città risiedono, presso il bellissimo Museo Archeologico Nazionale della Magna Grecia.
Per far questo, infatti, il primo cittadino della città, On. Scopelliti, ha deciso
di indire un referendum.
Saranno dunque i cittadini (non più gli esperti) a determinare (democraticamente?) se
far diventare i Bronzi dei "falsi di Riace viaggianti.
I reggini, recandosi alle urne, decideranno, se l'amministrazione potrà
"fotocopiarli", per poi inviarli (clonati) a chi li richiederà per
lacquisto (Enti o privati) o se, invece, dovrà continuare a conservarli presso il
Museo, dove sono attualmente collocati, in versione originale.
Personalmente penso che quest'idea del referendum sui Bronzi di Riace, più che
democratica sia follemente perversa.
Non penso che su argomenti così specifici e importanti, non solo sul piano della cultura
(abbassata in questo caso al livello di "populismo bieco") i cittadini,
per ovvie ragioni non tutti competenti i in materia, possano essere investiti di una
responsabilità così elevata.
E' come se si dovesse chiedere, sempre agli stessi generici cittadini, tramite indizione
di referendum (per fare solo un esempio) se sia giusto o meno donare il sangue
per le trasfusioni.
Certo, clonare i Bronzi può essere un "buon" affare (di basso profilo
speculativo), ma soltanto per chi si occuperebbe delle riproduzioni e per chi si
accaparrerebbe gli introiti provenienti dai diritti di vendita.
Per il resto, ciò si dimostrerebbe disastroso non solo per la città nello specifico, ma
anche per la cultura tout court.
I turisti, nel caso di una vittoria del si alla clonazione, non dovrebbero recarsi più in
Calabria, per ammirare i due capolavori, realizzati molto probabilmente nella bottega
d'Atene di Fidia nel V sec. a.C. ( ritrovati sott'acqua, come sappiamo, nel mare di Riace
nell'agosto del 1972) ma questo aggiungerebbe crisi alla crisi, di cui la Calabria é
afflitta per più di una ragione e più di ogni altra regione italiana.
Perché allora ci si chiede, coloro che fossero interessati a visitare i Bronzi,
dovrebbero affrontare un lungo viaggio, quando potrebbero ammirare i due guerrieri, sia
pure in forma di "cloni" recapitati direttamente a casa loro?
Non si pensa a quale tipo di caos si andrebbe incontro, conseguentemente alla
produzione in serie dei Bronzi, da non saper più probabilmente distinguere gli
originali dai falsi?
Tanta confusione potrebbe infine risultare addirittura fatale, se non si esclude la
plausibile e non proprio improbabile sostituzione di falsi sul luogo degli
originali.
Nessuno finora, aveva mai pensato di poter clonare ad esempio la Pietà o il Mosé di
Michelangelo, per farne speculazione stracciona.
Beh! quello che non avevano ancora osato fare altrove, in Calabria, invece, é diventata
(terribile) realtà. |
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