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Il Museo Guggenheim di Frank O. Gehry,

ovvero la pitto-architettura di titanio

di Luigi Impieri

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L'edificazione di grandi Opere, ha a volte il senso, di fissare nella memoria umana, l'importanza storica di un'epoca.
Ciò é avvenuto ad esempio, con la realizzazione de la Tour Eiffel, eretta a Parigi, in occasione dell'Eposizione Universale del 1889, col fine di celebrare il centesimo anniversario della Rivoluzione francese.
La Tour con i suoi oltre 300 metri di metallo, svetta nel cielo parigino quale simbolo incontrastato della modernità raggiunta (per mezzo della rivoluzione) dalla società francese.
Per quel che riguarda il novecento non sono molte le Opere che potrebbero ben rappresentare l'idea di ciò che é stato questo secolo caratterizzato da mutamenti(e movimenti) rapidi e profondi.
Ma ce n'é una, che almeno a me, riesce a suggerirmi l'idea di ciò che ha rappresentato questo secolo: il Museo Guggenheim di Bilbao.
Nato dalla collaborazione fra la Salomon R. Guggenheim Foundation e il governo Basco il Guggenheim di Bilbao, può decisamente essere considerata, l'Opera maestra del XX secolo oltre che emblema della trasformazione di una (ormai non più, oscura) città industriale in crisi, dei paesi Baschi.
Il monumentale edificio, progettato dall'architetto canadese Frank O. Gehry é stato inaugurato dopo molte polemiche, nell'ottobre del 1997.
Esso ci appare come una grande nave, dall'aspetto "cubista" costruita sulle ceneri dei vecchi cantieri navali.
Ancorata lungo gli argini della foce del fiume Nerviòn (in lingua autoctona, "la Rìa") che proprio qui, si getta nell'atlantico, a ricordo delle tante navi che da qui partivano per trasportare merci ed uomini al di là dell'atlantico.

 

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Molto lungimirante ed etica, direi, l'idea dell'amministrazione basca, d'immaginare ciò che in realtà sarebbe avvenuto e cioé considerare con la costruzione di questo Museo, che la cultura avrebbe offerto un'opportunità alternativa di ripresa economica, riscattando la città di Bilbao dalla crisi che stava attanagliandola.
La bellezza di quest'Opera, come ha affermato Thomas Krenz, direttore de la Salomon R. Guggenheim Foundation, "ha una forza ed un impatto equivalenti all'Opera di Sidney, o al Centre Pompidou di Parigi... é un trionfo architettonico paragonabile alla
Cattedrale di Chartres".
La struttura collocata su una superficie di 24.000mq. é costituita da elementi ondulati in un calcare biondo proveniente da Granada, rivestiti in buona parte da lamine metalliche.
Sono quest'ultime che donano al Museo un fascino unico.

 

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Il metallo estratto in USA, lavorato in Francia e tagliato in Italia in sottili fogli di 0,38 mm di spessore starebbe a simboleggiare il passato industriale della città.
Risultato: un'incandescenza di metallo bianco, uno scintillio diffuso di riflessi mordorè e ramati al tramonto. Semplicemente superbo.
Ciò che non sembrerebbe, osservando l'Opera dall'esterno, é l'estrema funzionalità dell'edificio come galleria espositiva.
La struttura illuminatissima di luce naturale che penetra attraverso le ampie vetrate, internamente offre oltre 10.000 mq. di spazi espositivi su tre livelli.

 

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Ci si trova inizialmente in un grande atrio di 55 metri d'altezza, dal quale si dispiegano 19 gallerie con spazi ampi, privi di colonne, che evocano inevitabilmente gli interni delle cattedrali gotiche.
Dagli schizzi che precedono il progetto si percepisce in Gehry l'idea di pensare all'architettura come evoluzione costruttiva della pittura.
Come egli stesso afferma:"La pittura ha per me un carattere immediato, ed é formidabile riuscire ad emularlo architettonicamente".

 

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Forse per questo il Museo Guggenheim di Bilbao risulta essere in un tempo, spazio espositivo ed Opera d'Arte.
E' proprio per questo che possiamo considerare il Guggenheim di Gehry una meraviglia.

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Luigi Impieri

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