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Un tempo, a scuola si
usavano abbecedario e sillabario. Addirittura si costruivano a mano,
disegnando le lettere e incollandole su cartoncini; la composizione
delle parole diventava un gioco facile e affascinante.
La fisicità di allora si è trasformato oggi in tecnologia. Computers,
telefonini, suoni, gerghi e atti sono molto diversi rispetto al passato,
ma altrettanto affascinanti, anche se par d’aver fatto un salto di
secoli, nel futuro, non di qualche anno.
Il sillabario però, è anche una metafora della lettura. Si legge per
pensare e per sentire di più la vita. Le lettere si mutano in parole, le
parole si sommano in racconti, la semplicità dei primi componimenti di
scuola evolve verso la creatività di tanti “pezzi” che, tutti insieme,
formano originalissimo libro.
Sto parlando dei ‘ Sillabari ‘ di Goffredo Parise. Sono stati ristampati
da Adelphi (n. 456 della Biblioteca ). Parise li scrisse alla fine degli
anni 60, erano diventati introvabili, ora sono alla portata di tutti.
Dalla A di Amore alla S di Solitudine sono 54 racconti brevi e
brevissimi pieni di poesia e invenzione e formano un itinerario di vita,
sua ma anche nostra.
Non sono stati scritti per insegnare, però insegnano moltissimo, come
ogni scrittura vera e profonda.
Goffredo Parise
Sillabari
Adelphi, Milano. |
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