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Sano da morire
di
Claudio Giusti
19 aprile 2006
19 aprile 1943 Insurrezione del ghetto di Varsavia
“Chi è pazzo può chiedere di essere esentato dalle missioni di volo, ma
chi chiede di essere esentato dalle missioni di volo non è pazzo” Comma
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Che Steven Kenneth Staley sia un pericoloso suonato non lo mette in
dubbio nessuno, come nessuno mette in dubbio la sua colpevolezza e in
effetti il dilemma sta nello stabilire il livello di questa sua follia e
nel decidere se sia giusto curarlo quanto basta per rendere legale la
sua partecipazione a quel rito di purificazione collettiva noto come
esecuzione.
Ciò perché in America, e quindi anche a Fort Worth (la ridente cittadina
texana gemella di Reggio Emilia teatro di questi tristi avvenimenti), è
illegale ammazzare qualcuno che non è in grado di comprendere le ragioni
per cui lo Stato lo sta sopprimendo.
Questo ovviamente non significa assolutamente che quella che gli
americani chiamano giustizia non abbia eliminato dozzine di pazzi
furiosi, anzi: nel migliaio di sacrifici umani, cui abbiamo assistito
negli ultimi trent’anni, sono stati almeno cento quelli che hanno avuto
come protagonista un minorato mentale.
Quindi l’affascinante problema giuridico che ci impegna in questi giorni
sta tutto nella misurazione di codesta follia (quella di Staley
ovviamente, dato che gli altri, quelli che non vedono l’ora di sporcarsi
le mani con il suo sangue, lo sappiamo da lungo tempo che sono pazzi).
Così, come è già accaduto a Charles Singleton in Arkansans, Steven
Kenneth Staley sarà amorevolmente curato dai suoi assassini e costretto
a ingurgitare le medicine che lo renderanno un po’ meno folle: e questo
continuerà fino a quando qualche medico prezzolato non deciderà che è
diventato sano da morire.
Dio salvi gli Stati Uniti d’America.
Fonte:
MySa.com
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