|
Conversazioni
sui libri
di
Hilarius Moosbrugger
Emilio Cecchi è morto da quarant’anni. Oggi è ignorato quasi totalmente,
salvo da specialisti e anche in questi casi dimenticato volentieri.
Cecchi era critico letterario e saggista. Non era però professore.
Pubblicava su rivista e giornali e raccoglieva in libro i suoi scritti.
Sapeva di letteratura italiana, francese, inglese in modo specifico, di
tante altre per cultura e gusto personale. Scriveva un italiano toscano,
non bozzettistica, ma classico. Veniva letto per il piacere che dava
alla lettura e, in più, informava con dei giudizi sicuri e ben fondati.
Potrà sembrar strano che si inviti a leggere libri sui libri. Ma,
l’occasione di una recensione o di un profilo, di un anniversario o di
una memoria portava Cecchi ad accompagnare il lettore come un amico,
avviandolo sì a ragionare sullo scrittore considerato, però mai perdendo
la capacità di raccontare, dico proprio raccontare, le proprie
sensazioni e le proprie idee. Questo è il motivo dell’invito a ritrovare
Cecchi.
La sua era una conversazione scritta, svolta di settimana in settimana
secondo la cadenza degli articoli. I fortunati che avevano l’occasione
di frequentarlo e di udirlo conversare di persona ebbero pomeriggi e
serate che non hanno dimenticato.
Chi lo leggeva o tuttora lo legga aveva e avrà lo stesso regalo.
Emilio Cecchi
Di giorno in
giorno
Garzanti, 1954
Libri nuovi e
usati
Esi, Napoli, 1958.
|
|