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Assessorato alla Cultura di Lugo

Biblioteca Trisi di Lugo

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Associazione Culturale "Centomila"

Associazione Culturale "Il bradipo"

Circolo Lughese

Centro Sociale "Il Tondo"

Fondazione Cassa di Risparmio  e

Banca del Monte di Lugo

 

 

CRONACHE ITALIANE

a cura di Marco Sangiorgi


 

 

venerdì 9 maggio 2003

ore 20,30

Sala Polivalente "Il Tondo"

Via Lumagni 30, Lugo

 

 

VALERIO VARESI

Il fiume delle nebbie

Frassinelli. Milano, 2003

 

 

 

 


 

venerdì 16 maggio 2003

ore 18

Sala Polivalente "Il Tondo"

Via Lumagni 30, Lugo

 

 

FRANCESCO TRIPODI 

Il mite migrante

Derive Approdi. Roma, 2003

 

 


 

 

Venerdì 23 maggio 2003

ore 20,30

Circolo Lughese 

Largo Calderoni, 3  Lugo

 

 

ANTONIO FRANCHINI

L’abusivo

Marsilio. Venezia, 2001

 

 

 


 

 

Sabato 31 maggio 2003

ore 17,30

In ricordo di Alvaro Becattini

Teatro Rossini - Lugo

 

 

 

RAFFAELE LA CAPRIA

Guappo e altri animali

(con disegni di Giosetta Fioroni)

Edizioni del bradipo. Lugo, 2003

 

RAFFAELE LA CAPRIA

Opere

(a cura di Silvio Perrella)

Mondadori. Milano, 2003

 

 

 

Saranno presenti:

Giosetta Fioroni, Raffaele La Capria, Silvio Perrella

 

 

 

In continuità con il ciclo dello scorso anno, « BASTIAN CONTRARI. Il ritorno del personaggio indocile nella recente letteratura italiana», nel corso del quale incontrammo gli scrittori Gino Montesanto ( vincitore del Premio Serantini), Giuseppe Pederiali e Pino Cacucci, riprendiamo il discorso con una serie di incontri letterari, incentrati questa volta sul rapporto tra narrativa e realtà sociale. Ci siamo chiesti se la recente letteratura italiana riesce a raccontare il paese reale e le sue contraddizioni, come lo raffigura, come ce ne rende partecipi. Il ciclo si intitola quindi: «CRONACHE ITALIANE».

 

Il primo appuntamento è con Valerio Varesi, giornalista e scrittore, finalista nel 2000 al Premio Scerbanenco, una delle nuove voci del poliziesco nazionale, che in questi anni viene percepito come il romanzo sociale per eccellenza. A distanza di anni, vecchi rancori della guerra civile, mai sopiti, tornano a uccidere, ne Il fiume delle nebbie (Milano, Frassinelli, 2003). L’inchiesta si muove intorno alle morti misteriose di due anziani fratelli, con un fosco passato di fascisti e repubblichini (l’autore si è ispirato ad un fatto di cronaca realmente accaduto, per scrivere un nuovo giallo italiano).

Questo è, a nostro parere, finora il più bel romanzo di questo giovane scrittore, poiché riesce a costruire una convincente trama investigativa ambientandola in un paesaggio padano descritto con vera capacità evocativa: in un freddo e umido autunno, lungo le sponde del Po in piena a causa del maltempo e delle copiose piogge, il commissario Soneri è costretto a condurre la sua indagine in luoghi di acque e nebbie, di case semisommerse e strade impraticabili, di vecchie chiatte e barconi, di bar di provincia e circoli nautici, e a trattare con scorbutici e reticenti paesani, gente di fiume che forse nasconde oscuri segreti. Rimane impresso questo personaggio, protagonista di un ciclo narrativo seriale, che si aggiunge alle figure celebri di poliziotti e di investigatori della nostra letteratura poliziesca nazionale (dal commissario De Vincenzi di Augusto De Angelis al commissario Ambrosio di Renato Olivieri, fino al commissario De luca di Carlo Lucarelli, senza dimenticare il dottor Francesco Ingravallo di Quer pasticciaccio brutto de via Merulana di Gadda…): a buon titolo, il commissario Soneri di Valerio Varesi si attesterà nell’affezione dei lettori, e dei cultori del genere. Soneri è, innanzitutto, un single convinto, che preferisce addormentarsi e risvegliarsi da solo e piano piano riadattarsi al giorno, ma poi intrattiene una vivace relazione con una baldanzosa avvocatessa che lo coinvolge in imbarazzanti performance sessuali. Quando può concederselo, indulge anche ai piaceri del cibo, si intende di gastronomia, è allergico alle tavole fredde e ai tramezzini consumati in fretta durante gli appostamenti, sfotte senza pietà i suoi sottoposti soprappeso e costretti a umilianti diete, ed è convinto assertore del potere benefico del vino, per sciogliere gli enigmi e agevolare la comprensione degli indizi. Non si creda, però, sia uno scioperato epicureo, al contrario: anche a tavola, o nelle notti spesso insonni è sempre immerso nei suoi pensieri rivolti all’indagine che sta conducendo. Si può dire che lavori a tempo pieno, muovendosi a piccoli passi, a frammenti d’intuizioni, a impressioni, a illuminazioni per giungere infine ad un risultato concreto. Per completezza d’informazione, citiamo gli altri volumi della serie, tutti ancora reperibili in commercio: Ultime notizie di una fuga (Faenza, Mobydick, 1998), Bersaglio, l’oblio (Reggio Emilia, Diabasis, 2000), Il cineclub del mistero (Firenze, Passigli, 2002).

 

Il secondo incontro è con Francesco Tripodi, un maestro elementare di origini siciliane, infelicemente emigrato a Bologna; racconta in prima persona le vicende tragicomiche del suo sentirsi esule, in un libro molto divertente, Il mite migrante (Roma, Derive Approdi, 2002). Già autore di tre romanzi per ragazzi, Il Barone e Caterina (1994), Il segreto dei tetti morti (1997), Il Pizzo di Caltabellotta (2001), in questa narrazione composta a frammenti (che però si uniscono e si amalgamano con naturale consequenzialità) il personaggio si trasferisce nel 1977, anno degli indiani metropolitani e del movimento dei «non garantiti», dalla nativa Sciacca (col suo torpore di cittadina meridionale di provincia) alla vivace Bologna delle contestazioni studentesche e patria della controinformazione surreale (Bifo e A/traverso, Radio Alice e gli zingari felici di Claudio Lolli…). Ha scritto un recensore, Ermanno Paccagnini: «Sono gli anni a ridosso dei quali il racconto si fa scanzonato, tra avventure di quotidiana sopravvivenza in una città movimentista e però sempre benpensante, dove il meridionale Francesco è un «marocchino» che fa il muratore e il lavavetri, pratica qualche furtarello» (allora lo si chiamava «esproprio proletario»), «per poi passare alla scuola materna e alla elementare come maestro (ciò che è tuttora); e a un matrimonio con una Nordica (una veneta), vissuto tra continui contrasti» («Corriere della Sera» 18 aprile 2003). Una trama di microracconti conditi di piacevole ironia per ripensare a certe nostre giovinezze, col piacere di prenderci un poco in giro.

 

La terza serata è con Antonio Franchini che ha scritto uno dei libri a nostro parere più significativi dell’attuale stagione narrativa, un testo composito, tra narrazione romanzesca e réportage giornalistico, che prende come suo tema centrale la morte di un giovane giornalista napoletano, Giancarlo Siani, ucciso nel 1985 dalla camorra: L’abusivo (Venezia, Marsilio, 2001). Raffaele La Capria lo stima uno dei «tre libri che meglio hanno raccontato Napoli in quest’ultima metà del secolo, e meglio e più profondamente ne hanno cercato il male nascosto» («Il Manifesto» 29 agosto 2001); gli altri due sono, per La Capria, Il mare non bagna Napoli dell’Ortese, e Mistero napoletano di Ermanno Rea.

 

In chiusura, una giornata dedicata al ricordo di Alvaro Becattini (1939-2002), editore d’arte (Exit edizioni) e designer. In attesa di una mostra che raccolga il suo lavoro e lo storicizzi criticamente (com’è nelle intenzioni dell’Amministrazione comunale, a riconoscimento dell’operato di Alvaro a Lugo), presentiamo l’ultimo libro pensato graficamente da lui, su suggerimento di Giosetta Fioroni che gli era amica e di Raffaele La Capria, desideroso di raccogliere alcuni suoi racconti sugli animali: Guappo e altri animali. Per l’occasione abbiamo invitato il critico letterario e saggista Silvio Perrella a parlarci dell’opera intera di Raffaele La Capria, ora raccolta in un prestigioso volume della collana «I Meridiani» di Mondadori. Perrella è uno dei critici letterari più vitali e originali della sua generazione, ha pubblicato un importante saggio su Calvino (Roma-Bari, Laterza, 1999) e ha in uscita un volume su Goffredo Parise, sulla scrittura nomade dell’autore veneto, intitolato: Fino a Salgareda (Milano, Rizzoli, 2003). Saranno presenti anche Giosetta Fioroni, artista di fama internazionale e Raffaele La Capria, uno degli ultimi grandi autori (è nato nel 1922) della nostra letteratura. La collana dei Meridiani funge da raccolta ideale dei classici contemporanei, una sorta di canone letterario indicativo per gli studiosi e i lettori; con questo volume si realizza il desiderio dello scrittore napoletano di raccogliere in un’unica opera la quasi totalità del suo lavoro, rendendo visibile e leggibile, come ha scritto Claudio Toscani, «un ampio e globale romanzo fatto di paesaggi mediterranei e di autobiografia intellettuale, di senso comune e di saggezza esistenziale» («Letture», aprile 2003).

 

 

 

 

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