Quando il femminismo

cambia anche gli uomini

 di

Mauro Castagnaro

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Spogliarsi del ruolo dominante nelle relazioni con le donne fa sentire gli uomini più liberi di esprimere le proprie emozioni e rende i rapporti interpersonali più ricchi e trasparenti.

Malpaisillo è un centro rurale della provincia di León, abitato da 35mila persone sparse in 46 comunità su un territorio molto arido, dove nella stagione secca il calore del sole si fa opprimente e il paesaggio, già punteggiato da una vegetazione rada e stentata, polveroso. Qui la miseria si tocca con mano: famiglie di sette-otto componenti vivono in capanne di fango e foglie di platano, coltivando piccoli orti e allevando pochi animali da cortile, che di giorno razzolano liberamente e di notte dormono vicino alle persone, con grossi problemi igienico-sanitari. Come negli altri distretti ex cotonieri, la disoccupazione supera il 70 per cento, l’alcolismo è diffuso e l’emigrazione verso il Costa Rica massiccia.

Eppure, in questo contesto, è nato il Centro di orientamento familiare ed educazione sessuale "Xochilt Acalt" ("fiore di canna" in lingua nahuatl-maya), dal nome di una principessa indigena figlia del cacicco Adiack, impiccato dagli spagnoli dopo aver capeggiato una rivolta. "Fin dalla sua nascita, nel 1991, per opera di tre consigliere municipali del Fronte sandinista di liberazione nazionale (Fsln)", ricorda Elbia Bravo, "abbiamo promosso un processo di acquisizione di potere da parte delle donne. Le abbiamo, infatti, messe in condizione di ottenere strumenti tecnici, conoscenze e crediti per produrre beni di prima necessità e migliorare il proprio reddito. Contemporaneamente abbiamo cercato di dare loro l’occasione di riflettere su loro stesse, sulla loro vita, sul loro corpo, sulle loro relazioni da un punto di vista di genere".

In origine, la Xochilt era una clinica ginecologica "itinerante", che si spostava nei villaggi con l’obiettivo di promuovere la salute riproduttiva della donna, attraverso test di gravidanza, di prevenzione del cancro all’utero e delle malattie sessuali, e di diffondere l’informazione sui metodi di controllo delle nascite, del parto e del post-parto. Ciò ha permesso in pochi anni di ridurre drasticamente il tasso di mortalità femminile, ma ha soprattutto dato per la prima volta alle donne gli strumenti per prendere coscienza dei propri diritti.