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Sud-Kivu: Continua la guerra

d'occupazione e di rapina

di Meo Elia

Missione Oggi

 

Un messaggio dell'8 maggio 2003, firmato dal vicario generale della diocesi di Bukavu, ha denunciato le uccisioni, gli stupri e i saccheggi avvenuti nel capoluogo nei primi giorni d'aprile durante i combattimenti tre le forze Rcd-Goma (legate al Rwanda) e le milizie "Mudundu 40" (prima loro alleate), notando come il campo di battaglia si era poi spostato nei territori di Walungu.
"Noi denunciamo e condanniamo con tutte le forze - dice il documento - la mentalità di morte che continua a scuotere la provincia del Sud-Kivu, che vuole perpetuare la guerra d'occupazione e di rapina, disprezzando gli accordi di pace firmati a Sun City".
Sui fatti di Walungu, un dettagliato Rapporto di 11 pagine di Mesep (un gruppo della società civile, che si propone l'educazione civica e la promozione dei diritti umani e la pace) documenta le uccisioni (55 civili), gli stupri sistematici di donne di numerosi villaggi, i saccheggi e le distruzioni di scuole e strutture sanitarie.
Particolare risalto viene dato alla situazione dei 4000 ragazzi soldato che facevano parte dei "Mudundu 40": dopo la sconfitta del movimento ribelle, i ragazzi si sono dispersi nell'area e costituiscono un nuovo motivo d'insicurezza per la popolazione. Questa si trova dinnanzi a una scelta difficile: proteggere questi "loro ragazzi", nonostante i guai che essi provocheranno, oppure consegnarli alle autorità Rcd, che li condannerebbero come disertori o come banditi?
Questo per mostrare una situazione sempre più tragica e insostenibile.

 

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