agli incroci dei venti

 


 

 
 

 

 
 

Moratti: "Cultura tecnologica? No Grazie"

Una riforma del sistema scolastico, che riguarda tutti i cittadini, perché strettamente collegata allo sviluppo del Paese, è stata calata dall’alto nel disinteresse generale. E così, nel silenzio e nell’indifferenza, la cultura tecnologica è stata “eliminata” dalla scuola italiana [1].
La società occidentale, caratterizzata da continue trasformazioni e da elementi di discontinuità rispetto al passato, richiede all'individuo un costante adattamento. Il continuo sviluppo tecnologico, infatti, impedisce di cogliere quelle relazioni con gli oggetti che un tempo erano immediate. Oggi, poiché tutto è in rapida trasformazione, di difficile percezione e comprensione, c’è bisogno di formare cittadini in grado di capire, di utilizzare le tecnologie e capaci di operare scelte consapevoli.
Il Consiglio Europeo di Barcellona,
[2] riconoscendo al sistema educativo un’importanza decisiva per lo sviluppo, ha individuato obiettivi strategici che, permettendo a tutti l’accesso alle nuove tecnologie, aumentando il numero di studenti e docenti nelle discipline scientifiche e tecniche, dovrebbero portare l’U.E ad aumentare il numero di laureati in matematica, scienze e tecnologie almeno del 15% entro il 2010. [3]
In Italia, com’è documentato dai risultati della ricerca PISA (Programme for International Student Assessment) [4], le materie tecniche rientrano nei punti di debolezza del sistema scolastico.
Il Ministro Moratti, per compensare queste carenze e raggiungere i traguardi delineati dall’U.E., cancella dalla scuola secondaria di I grado la cultura tecnologica e, come se l’informatica non fosse una tecnologia, la
“spalma” su tutte le discipline.
Qualcuno sostiene che la tecnologia è trasversale, noi sosteniamo, invece, che è una disciplina autonoma, portatrice di un atteggiamento progettuale trasformativo e di una sua modalità culturale, com’è dimostrato dal pluriennale lavoro di ricerca svolto congiuntamente da Regioni, operatori della scuola, personalità del mondo della cultura e dell’economia, ampiamente documentato da una vasta bibliografia
[5] e da numerosi convegni e seminari. [6]
La riforma Moratti annienta una disciplina, cancella una cultura e vanifica l’attività di coloro che hanno speso la propria vita professionale in studio e ricerca.
Sebbene la legge di riforma preveda interventi correttivi e interpretativi, il Ministro non prende in considerazione nè i suggerimenti né le proposte di modifica, tanto meno tiene conto del parere del CNPI (Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione) [7], l’organo collegiale rappresentativo della scuola reale, che più volte ha espresso il suo parere contrario.
La signora Moratti continua a rifiutare il confronto, venendo meno anche ai più elementari principi democratici.
Perché?
Una riforma che punta davvero al miglioramento e al potenziamento del sistema scolastico non può ridurre il monte ore annuale di studio. Non ha senso.
La verità è che il governo chiama riforma del sistema istruzione e formazione un “taglio” non dichiarato alla spesa pubblica.
La riforma della scuola italiana non tiene conto degli obiettivi strategici individuati dall’U.E. Il Consiglio europeo istruzione del 5 maggio 2003, infatti, chiedeva ai Paesi membri di aumentare gli stanziamenti in materia di ricerca, sviluppo e innovazione, fino a raggiungere il 3% del PIL (prodotto interno lordo) entro il 2010.
Mentre l’Europa investe sul futuro, ponendo al centro dello sviluppo il sistema di istruzione e formazione, valorizzando la cultura scientifica e tecnologica, l’Italia si allontana sempre più dal resto del mondo.


1. La cultura tecnologica e la scuola italiana (giugno 2004)
2.
Consiglio europeo di Barcellona
Linee guida su ISTRUZIONE e FORMAZIONE - marzo 2002
Conclusioni della Presidenza Consiglio Europeo di Barcellona (Formato PDF)
3. Programma di lavoro dettagliato sul follow-up circa gli obiettivi dei sistemi di istruzione e formazione in Europa. Giugno 2002 (Formato PDF)
Conclusioni del Consiglio in merito ai livelli di riferimento del rendimento medio europeo nel settore dell'istruzione e della formazione (parametri di riferimento), maggio 2003. (Formato PDF)
4. PISA Programme for International Student Assessment
5. Bibliografia.
6. Convegni e Seminari
7. CNPI - Parere su "Disegno di legge-delega recante norme generali sull’istruzione e sui livelli essenziali delle prestazioni in materia di istruzione e di formazione professionale". 25 Febbraio 2005
 

 

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